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Disperazione mantovana

30 giugno 2009, 28 agosto 2012

 


I detti mantovani sono spesso surreali e anche quando dovrebbero esprimere stati d'animo estremi non rinunciano a lasciare nel sottofondo un leggero gusto per l'umorismo, soprattutto sarcastico. I mantovani sono drammatici... prendete un mantovano e attendete che gli venga un raffreddore (nel frattempo fatevi una famiglia, perchè non succede spesso che un mantovano si raffreddi!). Lo sentirete lamentarsi della prossima fine. Questione di ore. Dategli il vostro fazzoletto per asciugarsi le lacrime e mentre vi allontanerete lo sentirete lamentarsi del fatto che gli amici, i parenti, i figli, la moglie, il vicinato, il governo e gli Stati Uniti hanno la colpa delle loro disgrazie. Non preoccupatevi di non rivederlo più: mercoledì prossimo lo rivedrete al bar a bestemmiare contro il suo compagno di briscola per avere messo giù l'asso quando lui aveva ancora tre briscole in mano.

Proviamo con i proverbi. Mio papà ogni tanto dice: "Quand al niul al va vers a Po, màcat el capel in còo. Quand al niul al va vers a la montagna, ciapa la sapa e va' in campagna". Segue una traduzione in italiano per gli ultimi due o tre bipedi umani che non conoscono la lingua mantovana. "Quando il nuvolo va verso Po, schiacciati il cappello sulla testa; quando il nuvolo va verso la montagna, prendi la zappa e va' in campagna". Si tratta di meteorologia contadina mantovana, fulgido esempio di scienza e matematica che prevede esattamente quando il nuvolone sarà di pioggia o semplicemente sarà in placido transito sui mantovani per andare a scaricare le cateratte in altri luoghi non mantovani.

Un altro esempio che da sempre mi fa impazzire è quello che recita: " A g'hu gnan l'acqua da piansar" . Va recitato in situazioni in cui ci si trovi improvvisamente disperati, magari per una disgrazia come trovare la macchina nuova rigata e un passante tenta di consolarci. Ovviamente, se il passante è mantovano come noi... proverà un sottile piacere nel vederci nei guai e mentre cercherà di consolarci, troverà il modo di sottolineare, senza dirlo apertamente, che a lui simili accadimenti NON accadrebbero perchè è  più furbo di noi. "A t'l'aveva dit, che lasar la machina in del canton l'era periculòs, lì i pasa cul tratòr e i te le sgrìa tuta". Tutti i mantovani ragionano così e quindi... 

La locuzione che ho riportato nel primo virgolettato si traduce in italiano come: "non ho nemmeno l'acqua da piangere", cioè lacrime. Il fatto drammatico è così drammatico che siamo rimasti prosciugati dal dolore o è successo mesi addietro e abbiamo già pianto tutte le nostre lacrime e siamo passati al secondo stadio, quello della più cupa e cinica rassegnazione. Ci sentiamo sconfitti, schiantati, poverissimi, non riusciremo mai più a rialzare la testa e il fatto che ci è accaduto è quello che segna la fine della nostra vita terrena perchè non potremo mai permetterci di ricominciare daccapo. Non avremo mai i soldi necessari, le forze occorrenti e non vivremo mai più felici. Chiunque capiti presso di noi e osservi la nostra disgrazia non potrà, nemmeno se è mantovano, appunto, farci più male di quanto ne abbiamo già sopportato. Quindi anche noi, che siamo mantovani esattamente quanto il passante che ci sta commiserando e consolando, gli facciamo sottilmente capire che non siamo poi così abbattuti e che anche se cercasse di fare passare nei nostri confronti una certa superiorità... la prossima volta anche noi saremo gentili quanto lui! Il risultato è che pur "piangendo", ambedue i mantovani lasciano aperta, nel commentare il fatto, la porta a una sorta di umorismo che predispone alla reazione costruttiva. I mantovani hanno un certo compiacimento nelle loro disgrazie e, soprattutto, tendono a fare diventare disgrazie anche i fatterelli fastidiosi più banali e comuni. Per il gusto, certamente, di fare le vittime e di mostrare il loro carattere ombroso e testone. Ma i mantovani non si arrendono e appena il passante mantovano saluta e se ne va, agiscono per rimediare al fatto e perchè si noti, poco dopo, come dalla disgrazia succeda qualcosa di molto più grande e importante. La motivazione, insomma, per fare cose nuove. Tutto il contrario delle più antiche filosofie orientali che propugnano lo spirito positivo, il sorriso e l'arte della pazienza! Il mantovano trae energia dalle arrabbiature! E per questo motivo litiga e urla e strepita e monta rogne colossali per piccoli fatterelli... forse per evitare la noia di una vita serena e felice! Attenti ai mantovani... se sbagliate una parola esploderanno e li sentirete a mezzo chilometro di distanza.

 









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