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Sembra finire un amore


1 agosto 2012








Mi hai fatto soffrire. Molto. Per causa tua ho passato la notte in bianco. Non solo questa notte, devo dire. Tante notti. Le ho pensate tutte, per cercare una soluzione onorevole che mettesse pace tra di noi. Ho ipotizzato soluzioni vantaggiose soprattutto per te, cercando di mettermi nei tuoi panni e ammettendo che anche tu hai la tua vita e che meriti i tuoi spazi. Potevo anche accettare la tua vita notturna e potevo anche accettare lunghe ore di solitudine nella tua assenza, ma i nostri incontri diventavano sempre più faticosi e tu pretendevi sempre di più da me, anche il sangue. Ero anche disposto a lasciarti vivere la tua vita, purchè non mi chiedessi troppi sacrifici. La notte diventava così per me fonte di ansia, sapendo che saresti arrivata ma non sapendo quando. Sempre improvvisa, sempre nel momento in cui le palpebre calano cercando il meritato riposo. La stanza sempre profumata, di quel profumo che non sopporti e che nemmeno a me piace ma che mi è stato consigliato in farmacia proprio per “risolvere” quel “problemino”. E nel silenzio dell’oscurità, appena spento il piccolo neon accanto al letto che mi permette di coricarmi senza rompermi il ditino del piede destro, eccoti arrivare. Lontano, sento il tuo fremere, e allora d’improvviso gli occhi mi si aprono nel buio pesto e penso che sto per sentirti toccarmi, in quale punto non lo so. Certamente mi sfiorerai le labbra, il naso, le orecchie, il collo, pensando di farmi piacere oppure, semplicemente, sapendo che sono i miei punti più caldi e che, peraltro, tu non lo sai, sono le uniche parti del mio corpo che rimangono esposte la notte, anche se fa il caldo torrido di luglio. Alle volte agisco. Mi volto di scatto, accendo la luce ma tu non appari. Io lo so che ci sei, semplicemente sono io che senza occhiali e in una stanza quasi interamente bianca non posso vederti, perchè tu sei impalpabile come un soffio, quasi immateriale. Leggera come un pensiero, ma NON sei un semplice pensiero.

Spero che la luce ti attragga, e mi preparo afferrando la maglietta, e strappandomela di dosso per essere pronto quando ti sentirò. Ma ti manco sempre. Non siamo "sincronizzati". Non lo siamo mai stati e mai lo saremo.

Stamattina, spettinato, barba lunga, occhi spenti allo specchio, aria assonnata, ti ho vista. Mi è bastato alzare l’occhio appena a destra dello specchio. Fai sempre così. Ci ritroviamo, lenti come bradipi al risveglio, dopo una notte passata in preda a mille pensieri, e anche se siamo stretti stretti è come se nemmeno ci conoscessimo. Due fantasmi spettinati dopo un sonno agitato.

Mi è partita la mano, il muro ha tuonato e le vibrazioni si son sentite fino a due piani di sotto.

Ti ho presa. Maledetta zanzara. Ti osservo, spiaccicata sulla piastrella Richard Ginori bianco champagne, e solo dopo alcuni voluttuosi secondi ti gratto via con l'unghia del mio indice, a cui rimani appiccicata e poi apro il rubinetto e ti faccio portare via dal rivoletto.Piccola soddisfazione.

Le nostre strade si dividono. Non ci incontreremo più, e anche se so che da stanotte una tua cugina comincerà a fare quello che mi hai fatto tu, sono felice e sereno. Adesso vado in drogheria e prendo un altro Vape. Stanotte doppia razione. Poi passerò in farmacia e comprerò una bomboletta di ossigeno, per me. Anche quella entrerà in funzione stanotte: non voglio mica avvelenarmi ogni sera con due pastiglie. Ma il sistema funziona: la zanzara non muore con il Vape. Si addormenta dolcemente e poi, al mattino, quando la pastiglietta non emana più il suo dolce alito di sonno, si risveglia, più affamata di prima, ma evidentemente un po' frastornata. Così bisogna avere una forte luce in bagno e alzarsi lentamente, lasciando che il calore del corpo, il sudore della nottata insonne e l’ansimo del debito di ossigeno riempiano il bagno lasciato con la porta aperta. La zanzara sente che c'è una fonte animale di anidride carbonica e arriva ma è lenta di riflessi e deve riposare ancora prima di essere in grado di attaccare. Allora la mattina è possibile acchiapparla. Vape, ma che hai fatto alle piastrine? Gli ambientalisti ti hanno fatto diminuire la dose di DDT?

Stanotte ne ammazzerò un’altra. Lo so che finirò all’inferno, ma ci sono cose che un uomo pur civile e rispettoso non può affrontare con il buon senso e con la non-violenza.






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